Una storia che inizia con "giustapposizione"

E poi ... come finisce? Questo è da vedere.
Resta il fatto che la giustapposizione di un manufatto ad uno esistente può rivelarsi talvolta tanto complesso quanto stimolante in sede di progettazione.
Se si pone il caso di due opere di epoca contemporanea, come ad esempio una villa anni '70 ed un volume che vuole aggiungersi in ampliamento, allora la partita si riduce alla valutazione di una molteplicità di elementi (tanti!) tutti tesi a trovare l'equilibrio voluto tra materiali, luci, ombre, pieni, vuoti e via dicendo. Altra storia invece se la giustapposizione (il posizionare in contiguità) interessa un edificio esistente, ricco di una sua personale identità, un edificio dal carattere sincero e con aspirazioni da protagonista.
Gli esempi (anzi i buoni esempi!) per chiarire ció di cui stiamo parlando, certamente non mancano ed in tutti i casi l'architetto incaricato si è trovato davanti ad una "tensione progettuale" che ha "nutrito" per mesi il progetto e l'architetto.
Per quel che riguarda la mia personale esperienza nei casi di giustapposizione di nuovi volumi a manufatti esistenti e dotati di grande carattere mi sento di dover raggiungere degli obiettivi fondamentali che conferiscano all'intero progetto 3 principali caratteristiche:

lenezza, rispetto, integrazione.

Tutto questo vale anche (e soprattutto) quando si tratta di ricostruire porzioni di edificio crollato e non si puó procedere con l'anastilosi, si dovrà quindi affiancare la nuova struttura (la ricostruzione) alla parte di struttura originaria scampata alla rovina senza incorrere nel cosiddetto "falso storico" (argomento sul quale si è formato un dibattito perenne!)


Tornando a noi: sopra ho parlato di
LENEZZA
La leggerezza dei volumi che costituiscono un ampliamento deve essere ricercata con lo scopo di lasciare al fabbricato originario che ha una sua storia ed una sua identità, la parte del protagonista. Deve essere ancora questo a dominare la scena anche dopo un intervento di ampliamento generalmente teso a restituire una nuova funzionalità ed una possibilita di essere riattato e organicamente rigenerato

RISPETTO
In ogni attimo della fase progettuale bisogna tenere in mente che il fabbricato originario non ha bisogno di revisioni stilistiche, ritocchi o di altri volgari "abbellimenti". Il progettista si adegua all'esistente, non il contrario.
INTEGRAZIONE
Ci si puó scordare del posto in cui stiamo intervenendo? Certo che no.
Il vicino piú prossimo potrebbe essere un paesaggio agricolo scarsamente antropizzato o una cattedrale gotica. Ancora una volta le volontà ed il gusto dell'architetto devono portare il dovuto rispetto ed il progetto finale dovrà integrarsi perfettamente con la realtà dove è calato.

(in foto:  Kolumba Museum | Zumthor | Köln)